Qui esplicito che Cristo ha ristabilito il sacrificio ebraico nel tempio del suo corpo, ovvero nella carne di ogni essere umano. Quale che sia la tua religiosità e il tuo genere, beh, guarda, a te, proprio a te, è concesso di compiere sacrifici animali e di servire Dio nel suo tempio.
Qui illustro che per conoscere il SIGNORE occorre avere la mente del Signore, o meglio: il suo intelletto; e lascio a te di meditare come questo “avere la conoscenza” sia in realtà un essere conosciuti.
Qui esplicito che Cristo ha ristabilito il sacrificio ebraico nel tempio del suo corpo, ovvero nella carne di ogni essere umano. Quale che sia la tua religiosità e il tuo genere, beh, guarda, a te, proprio a te, è concesso di compiere sacrifici animali e di servire Dio nel suo tempio.
Qui illustro che per conoscere il SIGNORE occorre avere la mente del Signore, o meglio: il suo intelletto; e lascio a te di meditare come questo “avere la conoscenza” sia in realtà un essere conosciuti.
Qui chiarisco che la prole divina viene dall’alto. I figli di Dio discendono dal cielo. Sta scritto infatti: “Quale è l’uomo fatto di terra, così sono coloro che vengono dalla terra; e quale è l’uomo celeste, così anche quelli che vengono dal cielo” (1Cor 15, 48).
Qui dimostro che il cristianesimo va oltre la divisione dei sessi. Infatti "nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo senza la donna" (1Cor 11, 11). La domanda sul sesso binario di Dio è, dunque, mal posta: "Voi tutti siete uno in Cristo Gesù" (Gal 3, 28b).
Qui spiego che la ricchezza di Cristo consta di amore e gloria. Il lieto annuncio è che tale ricchezza è anche nostra. Ogni persona può partecipare dell’amore e della gloria di Dio secondo “la misura della statura della pienezza di Cristo” (Ef 4, 13b).
Qui svelo che gli occhi del cuore, altrimenti detti terz'occhio, permettono di vedere oltre le tendenze soggettive e l'identità di genere, guardando - appunto - al cuore, come fa Dio.
Il comandamento di Cristo di amarci reciprocamente come lui ha amato noi è qui inteso in chiave liturgica, cioè nei termini di dare la propria vita diventando una cosa sola in Cristo durante la Messa.
"L'amore è magnanimo, benevolo è l'amore; non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio, non agisce in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non provoca, non tiene conto del male ricevuto"
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